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Genepy del Piemonte IG

Info
Maggiori informazioni
Associazione per la Tutela e la Valorizzazione del Genepì; c/o Espaci Occitan, Via Val Maira 19, Dronero (CN)
Contatti
(0039) 331 8333433; info@genepy.it; www.genepy.it

Il genepì è un liquore tradizionale delle valli occitane, simbolo della montagna, di accoglienza e ospitalità. Ricavato da una pianta appartenente al genere Artemisia, spontanea nell’arco alpino sopra i 2000 metri di altitudine, le specie più utilizzate sono l’Artemisia genipi, conosciuta anche come Artemisia spicata, genepì nero o genepì maschio, e l’Artemisia mutellina, detta anche Artemisia umbelliformis, genepì bianco o genepì femmina. Quest’ultima si adatta meglio alla coltivazione a quote elevate, pratica diffusa a partire dagli anni Sessanta per far fronte alla difficoltà di raccolta ed alla disponibilità limitata. Esistono diverse varietà di Artemisia mutellina coltivate, distinguibili in due gruppi, l’occitano e lo svizzero, a loro volta suddivisi in più ecotipi. Le piante autoctone, poco produttive e molto delicate, si distinguono per il loro profumo caratteristico. In seguito all’infusione o alla sospensione in soluzione idroalcolica, viene addizionata una miscela di acqua e zucchero. Se il liquore è prodotto per sospensione il colore risulta assente, altrimenti per infusione presenta una colorazione naturale che varia dal verdolino al giallo ambrato, con una gradazione alcolica dai 30 ai 40 gradi e un bouquet ampio e complesso unito ad un tipico sapore amaro.

MODALITÀ DI PRODUZIONE

I fiori di genepy una volta che sono stati essiccati vengono utilizzati per la produzione dell’omonimo liquore, che è diventato un po’ il simbolo stesso della montagna. I principi attivi possono essere estratti per infusione o sospensione. Nel caso in cui vengano estratti per sospensione, le piantine vengono collocate su apposite griglie sospese sulla soluzione stessa all’interno di contenitori ermetici che fanno sì che l’evaporazione dell’alcool estragga solo le componenti aromatiche della pianta, che il prodotto finale risulti meno morbido al palato, incolore e caratterizzato da note floreali tipiche del geranio con note speziate di anice. Dopo la fase di sospensione, che dura almeno 90 giorni, è necessario addizionare la soluzione con acqua e zucchero e poi lasciarlo stagionare per 130 giorni circa. Quando invece il liquore è ottenuto per infusione viene preparato a partire da piante essiccate poste in contenitori di acciaio inox riempiti con una soluzione idroalcolica con grado alcolico variabile tra i 70 ° e i 90 ° e lasciate in infusione per un tempo variabile tra i 30 e i 60 giorni, in caso di estrazione dinamica anche meno. L’infuso viene poi torchiato, eventualmente affinato, addizionato ad una miscela di acqua e zucchero e poi lasciato riposare; questo consente poi di separare per filtrazione le parti insolubili che si sedimentano spontaneamente, per ottenere un prodotto trasparente e brillante. Prima di essere imbottigliato il liquore subisce un’ulteriore fase di riposo e successivamente un lungo periodo di affinamento in bottiglia.

CENNI STORICI

Tra le persone delle Alpi Occidentali, soprattutto nel territorio conosciuto come Occitania, l’uso della pianta officinale del genepy ha storicamente rappresentato un metodo terapeutico molto diffuso per molte patologie infiammatorie e digestive. La distillazione venne introdotta nelle Valli Occitane nella seconda metà del Settecento, mentre la prima distilleria, specializzata nella fabbricazione di liquori ottenuti mediante infusione e distillazione di fiori, erbe aromatiche e radici alpine, fu fondata in val Chisone nel 1823; successivamente si diffusero gli opifici di trasformazione delle erbe in liquore. La coltivazione del genepy invece si sviluppò soprattutto a partire dagli anni sessanta del Novecento per il significativo aumento della domanda di liquore e la sempre maggior difficoltà nel reperire il genepy spontaneo.