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Camper itinerari: Valle Maira e valle Grana, terre d’alte emozioni ricche di gusto

Partiamo dall’Area di sosta di Saluzzo, raggiungiamo prima Villar San Costanzo e poi Dronero, da dove è possibile proseguire per la Valle Maira o deviare per scollinare in Valle Grana:

1° giorno:

Archivio Consorzio Turistico Valle Maira

Villar San Costanzo, la nostra prima tappa, è uno dei luoghi più interessanti del circuito “Mistà” con l’Abbazia di San Costanzo e la Chiesa di San Costanzo al Monte. Particolare la Riserva Naturale dei Ciciu del Villar, affascinanti fenomeni di erosione fluviale del terreno. Assolutamente da assaggiare la “Tuma” della Morra, prodotta dal Caseificio Valle Macra ed i biscotti della Famiglia Cavanna.

Proseguiamo per Dronero dove ad accoglierci ci sono il Ponte del Diavolo ed il “Mulino della Riviera”, l’unico mulino ancora in funzione. Interessanti da visitare sono il Museo Civico Luigi Mallé ed il Museo occitano Sòn de Lenga di Espaci Occitan.

Risalendo la valle, andiamo a sostare alla graziosa sosta camper di Cartignano.

2° giorno:

Riprendiamo il nostro itinerario in direzione di San Damiano Macra, che annovera fra i suoi antenati illustri Giovanni Giolitti e Luigi Einaudi. La località è una terra di profumi e sapori, infatti ci sono diverse aziende che eccellono nella qualità dei loro prodotti l ’Azienda montana Ghibaudo produce antipasti di verdure, salse, sughi e composte di frutta, le Aziende “I Ciabrie” e Lo Puy allevano capre e producono degli ottimi formaggi.

La prossima tappa è Macra, famosa per il sentiero dei ciclamini; si tratta di un’escursione facile ad anello che dà la possibilità di raggiungere diverse borgate con una facile passeggiata. Macra vanta due piccoli gioielli, facenti parte del circuito Mistà: la piccola, deliziosa cappella di San Salvatore, che si affaccia sul torrente Maira, e la cappella di San Pietro, che nasconde al suo interno una sorpresa: un affresco con una danza macabra in cui scheletri, frati, donne e cavalieri danzano una ballata in versi occitani misti a francese

antico.

Photo Credits Lucio Rossi

Saliamo a Celle Macra, dove è nata la tradizione degli acciugai: nel Museo Seles – dei mestieri itineranti (Pinse) potrai ripercorrerne i passi. La posizione defilata, sulla destra orografica del fiume Maira, ha protetto le sue 21 borgate e frazioni dal passaggio degli eserciti tra il 500 e il 600 e proprio per questo possiamo ammirare nella Parrocchiale di San Giovanni Battista la bellissima pala d’altare eseguita da Hans Clemer e nella Cappella di San Sebastiano gli affreschi datati 1484 di Giovanni Baleison.

Ritornati sulla strada principale raggiungiamo rapidamente Stroppo e, dopo averlo superato, giungiamo al Camping Park Valle Maira, punto di partenza per la visita della Chiesa di San Peyre e di Elva.

3° giorno:

Archivio Consorzio Turistico Valle Maira

Purtroppo la strada che conduce ad Elva (21 km.) è stretta e non adatta ai camper di grandi dimensioni, ma per chi è dotato di scooter o Ebike ci sono tanti motivi per visitare questa perla: visitare la parrocchiale di Santa Maria Assunta, scoprire un piccolo borgo d’alta quota che ha mantenuto nei secoli il suo spirito, ammirare il contesto naturale che lo accoglie. Qualunque sia il motivo che ti porta qui, scoprirai uno tra i più bei complessi pittorici della zona: il ciclo di affreschi tardoquattrocentesco con la splendida crocifissione e i dipinti situati nel presbiterio, attribuiti al maestro fiammingo Hans Clemer. Potrai scoprire anche un mestiere tanto strano e quasi unico, quelli dei i raccoglitori di capelli “Lhi Pelassiers”, e potrai gustare la Toma di Elva, un formaggio a latte vaccino intero a pasta cruda e pressata. Salendo verso Elva, sulla strada che da Stroppo capoluogo conduce al piccolo borgo, ci aspetta la Chiesa di San Peyre, costruita fra il XII e XIII secolo, gioiello del circuito Mistà.

Ritornati al campeggio riprendiamo il nostro camper e proseguiamo in direzione di Acceglio, giungendo a Prazzo, dove, in una borgata, è stato girato il film “E l’aura fai sonvir, il vento fa il suo giro”. Una breve sosta ci permette di visitare il Museo della Canapa e del lavoro femminile.

Seguendo il Maira fino alla sua sorgente, si arriva ad Acceglio, al confine con la Francia, comune diffuso composto da 14 tra borghi e frazioni; gli fanno da corona monti imponenti e dalle forme che lasciano un ricordo indelebile. Proprio alle sorgenti della valle Maira potrai scoprire un museo, nato dalla devozione dei valligiani, che conserva molti tesori.

Qui ha infatti sede la Confraternita dell’Annunziata risalente al Quattrocento che ospita dal 1998 un Museo di Arte Sacra e delle opere di Matteo Olivero.

Nel Vallone di Unerzio il museo etnografico La Misoun d’en bot presenta la collezione privata di Rolando Comba: l’allestimento si compone di circa 1500 oggetti, provenienti interamente dal vallone di Unerzio.

La Rocca Provenzale è l’impressionante massiccio roccioso che emerge verticale dai prati dietro Chiappera, l’ultimo borgo abitato e uno dei più belli dell’alta Valle Maira.

Proprio a Chiappera possiamo fermarci al Campeggio Campo base inserito in una natura incontaminata.

È bene segnalare anche l’area comunale attrezzata sulla strada provinciale.

4° giorno:

Salutiamo Acceglio e ritorniamo verso valle fino a Ponte Marmora, dove imbocchiamo sulla destra la strada che ci porta a Marmora e Canosio.

Marmora è un museo a cielo aperto; passeggiando tra le sue 17 borgate si distinguono, oltre a notevoli esempi di architettura religiosa, anche edifici caratterizzati da una grande cura e ricchezza di particolari di costruzione: le abitazioni di famiglie della borghesia contadina. L’itinerario “Per antichi sentieri” è un fiore all’occhiello per Marmora. In quasi tutte le borgate di Marmora è presente una cappella che ne è il contrassegno costante, tra cui occorre citare la Cappella di San Sebastiano e Fabiano, che ha un ciclo pittorico di metà quattrocento di Giovanni Baleison e La Parrocchiale di San Giorgio e Massimo, dal bel campanile gotico, che si trova isolata sopra l’abitato. A Marmora incontriamo la biblioteca più alta d’Europa, a 1.580 metri di quota. Fu fondata da Padre Sergio De Piccoli un monaco Benedettino, che ha raccolto e conservato nei locali della canonica oltre sessantacinquemila volumi.

Canosio, in posizione defilata in un vallone laterale del fiume Maira, ha saputo conservare architetture antiche di estremo interesse nelle sue 16 borgate e frazioni. Si può ammirare in contrada Ubac la più famosa casa villaggio, un’architettura tipica della valle.

E proprio da Canosio si parte per la visita dell’Altopiano della Gardetta, riconosciuto nel 2001 come Patrimonio Geologico Italiano grazie alla presenza visibile di resti fossili preistorici. Si possono scoprire le impronte dei dinosauri, incorniciate da imponenti montagne calcaree.

In questa valle laterale vale la pena fermarsi alcuni giorni al Campeggio Lou Dahu, dove immergersi nella natura, ed a passo lento scoprire tutte le bellezze dei luoghi.

5° giorno:

Ritorniamo verso Caraglio, dove è stata realizzata una nuovissima area di sosta; presso il Filatoio, possiamo fermarci alla Porta di Valle della Valle Grana per raccogliere materiale e le informazioni utili per visitare il paese, che è stato un importante centro della lavorazione della seta. Caraglio fa rima con Aglio, infatti, come testimoniano alcuni detti popolari, in questo paese ai piedi della Valle Grana la coltivazione dell’aglio, come quella dello zafferano, è antica; da alcuni anni l’aglio di Caraglio la è diventato un Presidio Slow Food.

Proseguiamo quindi per Valgrana: il capoluogo comunale si trova all’imbocco dell’omonima valle ed è formato da due borgate Ripalta e Villa separate dal torrente Grana. Dalla borgata Villa si può arrivare al Molino del Paschiero che conserva la grande ruota metallica, monumento simbolo della storia della resistenza locale e gli antichi macchinari. Da segnalare, poco oltre la periferia del capoluogo, la Cappella di San Bernardo del XV secolo, che custodisce un interessante ciclo pittorico opera di Pietro da Saluzzo. La produzione della pera “madernassa” è tipica della zona.

Monterosso Grana è la tappa successiva, la sua storia è scritta nelle antiche mura della torre e del vecchio castello, nella Cappella di San Sebastiano e nelle parrocchiali di San Pietro e Santa Lucia. Le Frazioni di San Pietro e Santa Lucia di Coumboscuro conservano molte delle caratteristiche originarie, dove l’uomo e la natura vivono in un rispettoso equilibrio. Monterosso è ricco di musei che raccontano testimonianze del lavoro, il Martinetto, il Mulino e la Segheria, Museo permanente dei Babaciu, Ecomuseo Terra del Castelmagno, Museo Etnografico Coumboscuro della Civitlà Provenzale Alpina. Siamo nella Terra del Castelmagno, l’indiscusso re dei formaggi, oggi presidio Slow Food, che si produce esclusivamente nei comuni di Monterosso, Pradleves e Castelmagno.

Nel piccolo paese di Pradleves c’è un luogo capace di raccontare secoli di storia, mestieri e lavori di questo piccolo borgo di media Valle è lo spazio culturale “Galina”, gestito dal Bar Abrì, come gli impianti sportivi, dotati di un’area coperta di pattinaggio su ghiaccio.

Castelmagno non è proprio un vero e proprio paese, ma il nome si riferisce all’intero territorio comunale, con le sue quindici borgate, il suo Santuario dedicato a San Magno martire, le sue malghe, appartiene alla Regione Occitana, regione compresa tra le Alpi, i Pirenei, il Mediterraneo e l’Atlantico francese.

Giunti al Santuario, possiamo sostare nel parcheggio riservato ai Camper, per poi proseguire esclusivamente in scooter o Ebike fino al mitico Colle Fauniera e raggiungere l’Altopiano della Gardetta. (Dal santuario la strada è sconsigliata ai camper).

In Valle Grana si può sostare un po’ dovunque, ma l’unico luogo attrezzato è il Campeggio Roccastella di Monterosso Grana.

Un territorio che ha ottenuto il riconoscimento dall’UNESCO come Riserva della Biosfera del Monviso, una terra discreta, ma di straordinaria bellezza e unicità.

Queste valli sono il territorio ideale per chi ama la montagna e la natura e soprattutto lo sport all’aria aperta: dal trekking alle passeggiate a cavallo; dal mountain bike all’arrampicata sportiva e su ghiaccio; dal kite surf al parapendio; dallo sci alpino a quello di fondo; dalla canoa al rafting.